Con cadenza settimanale, a partire dal mese di ottobre e fino a maggio, si svolgono sedute di psicomotricità/giocomotricità tenute da esperti insegnanti abilitati.

Nello svolgimento dell’attività verrà proposta la pratica psicomotoria di tipo relazionale, secondo la metodologia elaborata da Bernard Aucouturier, fondatore negli anni ’70 della Psicomotricità Relazionale.

OBIETTIVI
• Offrire ai bambini la possibilità di sperimentarsi attraverso il corpo quale strumento privilegiato di conoscenza di se e dell’altro e mezzo di espressione e di comunicazione.
• Favorire il piacere sensomotorio attraverso la sperimentazione corporea.
• Favorire le capacita di riconoscere e gestire le proprie emozioni in relazione a se e all’altro.
• Promuovere l’interazione, la relazione e la collaborazione con l’altro.
• Favorire, attraverso il gioco, l’emergere della propria individualita e dei propri desideri.
• Sviluppare la fantasia, scoprendo il piacere di inventare e di creare.
• Favorire lo sviluppo dei diversi canali comunicativi: gesto, sguardo, voce, emozione.
• Individuare precocemente eventuali forme di disagio o difficoltà nello sviluppo.

I bambini, a gruppi di 8/10 e suddivisi per fascia di età, svolgono lezioni di 1 ora organizzate i vari momenti e spazi:
L’accoglienza
Seduti in cerchio, ci si saluta e ci si incontra, si racconta e ci si racconta, s’impara ad aspettare e ci si prepara all’emozione del gioco ricordando le regole che permettono di giocare senza farsi male.
Il gioco sensomotorio
I bambini si sperimentano per sentirsi e percepirsi attraverso le emozioni che il movimento evoca: saltare, scivolare, correre, arrampicarsi, dondolare, rotolare, spingere e tirare. Sono utilizzati spazi morbidi che contengono e rassicurano, che stimolano l’esperienza del contatto e aiutano a riconoscere il proprio involucro corporeo, spazi in cui ci si nasconde per trovarsi o farsi trovare dall’altro, spazi su cui si sale per affermare la propria forza e agilità edai quali saltare, per scoprire il coraggio e la fiducia in se.
Il gioco simbolico
Si sperimenta il piacere di giocare a “far finta di”, di inventare personaggi e mondi fantastici per poi entrarvi per farne parte, di travestirsi e costruire spazi sempre nuovi. Si esprime se stessi, le proprie emozioni, si affrontano le paure, l’opposizione e la frustrazione.
Lo psicomotricista può assumere diversi ruoli e ha la funzione di facilitare l’immaginario del bambino, di accogliere le emozioni che emergono e di mettere le parole su queste, per renderle più comprensibili.
La rappresentazione
Spazio della distanza affettiva e del decentramento, luogo in cui si passa dall’azione al pensiero, in cui si “racconta” cio che si e vissuto e in cui si trasformano le proprie emozioni in immagini, costruzioni, oggetti e racconti.
Momento in cui si ricostruisce la “storia” della seduta, in cui si riconosce l’altro e se stessi come protagonisti delle esperienze vissute.

La chiusura
Ci si saluta e si saluta lo spazio e gli oggetti con cui si e giocato attraverso un piccolo rituale (giro tondo, filastrocca, canzoncina). Momento di passaggio verso il nuovo che ci attende fuori dalla stanza di psicomotricità .